I TEATRI E IL TEATRO A SIRACUSA NELL’ETA’ MODERNA (1740 – 2019): I PROTAGONISTI E GLI INTERPRETI
In epoca moderna, dopo un lungo periodo di “buio artistico”, la scena teatrale siracusana vide un nuovo florido sviluppo a partire dal 1740, quando il conte Cesare Gaetani, principe dell’Accademia degli Aretusei ottenne dal Senato siracusano la concessione di costruire nel salone municipale, (presumibilmente l’attuale aula consiliare), un teatro in legno. Destinato originariamente a una filodrammatica, il locale divenne successivamente Teatro Lirico e ospitò opere di Rossini, Bellini, Verdi e Donizetti. Ben presto la scarsa capienza ( circa 100 posti a sedere ) determinò l’esigenza di un edificio teatrale più capiente, adatto a contenere l’assidua affluenza di pubblico, in special modo dell’aristocrazia siracusana. Si pensò a un teatro più ampio e per tutti. Pertanto, il 14 Marzo 1872 fu posta la prima pietra per un teatro comunale, la cui costruzione fu tuttavia portata a termine solo 25 anni dopo. Nel contempo, nel 1876, nei pressi della Fonte Aretusa fu costruito provvisoriamente un teatro – baraccone che ospitò diverse compagnie di giro come quella di A. Majeroni. Un altro teatro in legno, con platea, una fila di palchi e loggione, sorse successivamente vicino alle porte della città, sicché, quando queste furono abbattute, dovette trasferirsi in luogo più centrale. Qui si rappresentarono La Forza del destino, Lucia di Lammermoor, Rigoletto e l’opera comica Napoli di Carnevale di De Giosa. Demolito anche questo secondo teatro, ne sorse, per iniziativa di un privato, Andrea Norcia, uno nuovo in muratura tra i ruderi del convento del Ritiro. Il TEATRO EPICARMO, costruito su progetto dell’ing. Carlo Broggi e inaugurato nell’Aprile del 1893, ospitò una serie di fortunate stagioni d’opera, alternate in seguito a buoni spettacoli d’operetta e di prosa. Frattanto, nel Maggio del 1897, ultimati finalmente i lavori sotto la direzione dell’ing. G. Damiani di Almejda, apriva i battenti il TEATRO COMUNALE. Sobriamente elegante nella decorazione della sala, con un sipario e soprattutto con una volta di bella fattura, l’edificio aveva una capienza di circa 700 posti, distribuiti oltre che nella sala, in tre ordini di palchi e nel loggione.
Agli spettacoli d’inaugurazione, Gioconda di Ponchielli e Faust di Gounod, seguì nel 1899 una stagione organizzata da Giuseppe Cavallaro, già abile impresario dell’Epicarmo, che scritturò, tra gli altri, il giovane 22enne pisano Titta Ruffo (pseudonimo di Ruffo Cafiero) agli esordi della carriera e divenuto nei decenni successivi, secondo i critici, il più grande baritono della storia della lirica italiana ; furono date Bohème, Rigoletto (uno dei cavalli di battaglia di Ruffo) e Lucia. Nel successivo autunno del 1900 si ebbe una breve stagione che vide anche un’infelice riproposta dell’Aida con la partecipazione del tenore Zenatello. Nel contempo alcuni siracusani presero coscienza delle proprie potenzialità e nel 1903 si costituirono in impresa locale che portò in scena una serie di pregevoli rappresentazioni (Mignon , Traviata, di cui fu applauditissima protagonista la siracusana Gina Spagna, Manon di Massenet ) e nel 1905 l’impresario Cavallaro portò in scena un’altra serie di spettacoli di grande successo. Nello stesso periodo il Teatro Comunale ospitò spettacoli di prosa con le compagnie di Fregoli e di G. Grasso con Angelo Musco e la Bragaglia ( Feudalesimo, Zolfara, La Morte civile). Nel 1914 la stagione lirica fu gestita da un nuovo comitato cittadino organizzato da A. Pandolfo; furono date, fra l’altro, due opere nuove per Siracusa, Thais di Massenet e Loreley di Catalani. Lo stesso anno, grazie ad un altro Comitato Cittadino presieduto dal Conte M.T. Gargallo, Siracusa si riaffacciava agli spettacoli classici al Teatro Greco con l’Agamennone di Eschilo. Dal 1925 in poi la programmazione e gestione degli spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa e delle attività culturali collaterali indirizzate a promuovere e valorizzare il teatro classico, è curata dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico ( I.N.D.A.) che ha sede nella città aretusea. Dopo la pausa della prima guerra mondiale, nel 1919 si riprese l’attività nel Teatro Comunale e l’Opera ebbe il favore del pubblico: si attuarono diverse stagioni sulla base del repertorio tradizionale (con qualche eccezione come Gli Ugonotti di Meyerbeer, La Cena delle beffe di Giordano), con la partecipazione di cantanti di chiara fama. Nel 1926, nel teatro rinnovato e ampliato, i siracusani poterono ascoltare la Carmen interpretata da Gianna Pederzini ( nella stessa stagione furono rappresentate Madama Butterfly e Manon Lescaut). Fra le recite di prosa, particolarmente fortunate furono quelle della compagnia di Gustavo Salvini (Novembre 1925), che ottenne un grande successo con Papà Lebonnard. L’attività del Teatro Comunale subì una battuta d’arresto tra il 1926 e il 1938, quando, organizzate da Cesare Santuccio, si dettero appena 9 rappresentazioni di Tosca, Fedora, Bohème e Chénie. Nel 1939 Santuccio e il maestro Sebastiani misero in scena Madama Butterfly, La Traviata, Adriana Lecouvreur e uno spettacolo composto di tre opere in 1 atto (Cavalleria Rusticana, Taormina di Mulè e Il Segreto di Susanna di Wolf Ferrari), e nel 1940 La Baronessa di Carini di Mulè, Bohème, Manon di Massenet, Otello e AmicoFritz.
Tra gli interpreti spiccano i nomi di Manurita e di Merli. Sempre sotto la direzione artistica di Sebastianini, nell’Aprile 1942 furono date Ballo in maschera, Madama Butterfly, Arlesiana, Chénier. Nel 1951 l’organizzazione C.O.A.L.S. dette Madama Butterfly, Elisir d’amore e Carmen. Dopo di allora il Teatro Comunale subì modifiche e rimodernamenti (fu ampliata la fossa orchestrale e creata una nuova cabina elettrica ). Nel nuovo assetto, fu riaperto nel 1956 con Trovatore, Bohème, la novità Primavera siciliana di Salvatore Patti, Cavalleria Rusticana e Pagliacci. Nel 1960, al Teatro Greco di Siracusa e a cura dell’I.N.D.A., si ebbe una storica e memorabile messa in scena di Orestiade di Eschilo nella traduzione di Pier Paolo Pasolini: regia Vittorio Gassman e Luciano Lucignani; interpreti Vittorio Gassman, Olga Villi, Valentina Fortunato, Andrea Bosic, Marisa Fabbri. Purtroppo, nel 1961 il Teatro Comunale di Siracusa venne chiuso per miglioramenti e ulteriori lavori di ripristino. Stessa sorte era già toccata anche al teatro privato Epicarmo. Da quel momento a Siracusa, fermo restando le biennali rappresentazioni classiche al Teatro Greco, cessarono i cartelloni invernali di opere liriche e teatrali di prestigio. Tuttavia, se da una parte la chiusura del Teatro Comunale paralizzò l’attività operistica e teatrale della città, dall’altra fomentò la formazione di nuove filodrammatiche e la ricerca di spazi alternativi dove esibirsi. Gli anni ’60 furono pertanto l’inizio di un grande fermento artistico locale e di una rinascita teatrale per Siracusa. La biennalità delle Rappresentazioni Classiche Siracusane permise anche il ritorno della grande lirica estiva al Teatro Greco. Tra le tante opere rappresentate in quel periodo, quelle che maggiormente ottennero un clamoroso successo di critica e di pubblico furono Aida di G. Verdi e Tosca di G. Puccini. In quel momento storico, tolto il periodo estivo al Teatro Greco, l’unico punto di riferimento teatrale per il pubblico siracusano furono le compagnie locali: “Piccolo Teatro” di A. M. D’Alpa, Teatro Drammatico di Siracusa diretto da Gioacchino Lentini; il Teatro d’Arte diretto da Renzo Monteforte e la Compagnia Dialettale di Pippo Lampo. Intanto, il Foyer del Teatro Comunale e il teatro parrocchiale Carabelli (meglio conosciuto come Cine-Teatro Lux, di proprietà dell’Arcivescovado di Siracusa), divennero gli unici punti di riferimento per gli spettacoli teatrali delle filodrammatiche siracusane. Ben presto anche il Foyer del Teatro Comunale fu decretato inagibile e quindi inaccessibile alle compagnie locali. Nel contempo, il Cine Teatro Carabelli (in quel periodo sede degli “Amici della Musica”), a causa delle esose richieste di locazione, fu disertato da tutte le filodrammatiche e in breve tempo anche questa sede andò teatralmente in disuso. Intanto, nella zona alta di Siracusa, apriva i battenti un altro cine-teatro: il Vasquez, nuovo punto di riferimento per filodrammatiche locali, compagnie di giro e del Teatro Stabile di Catania. Facendo un salto indietro nella cronaca storica del teatro siracusano, quel che sul finire degli anni ’50 realmente spinse la crescita del teatro locale fu “Casa La Rizza”, una vera e propria Fucina siracusana del Teatro Classico e non solo. Casa La Rizza non era altro che un grande appartamento ubicato in Corso Umberto, di proprietà di Giuseppe La Rizza, attore siracusano e provetto Cineasta. In quella sede il La Rizza aveva adattato una sala montaggio e di proiezione per i suoi “film teatrali” in 33mm, aventi tutti come tema le rappresentazioni classiche da prima della seconda guerra mondiale a quelle che si tenevano in quegli anni al Teatro Greco di Siracusa. Grazie a questa sua passione cinematografica, nei periodi degli spettacoli classici al Teatro Greco, la sua casa era frequentatissima dai grandi nomi del teatro italiano di quegli anni: Annibale Ninchi ( padre di Arnaldo), Vittorio Gassman, Valeria Moriconi, Alida Valli, Salvo Randone, Giulio Brogi, Gian Maria Volonté, etc.. Altra caratteristica di Casa La Rizza era quella di mettere a disposizione delle compagnie locali i propri spazi per le prove dei loro spettacoli. Difatti, dal 1959 divenne punto fisso d’incontro per attori, registi, scambi culturali e di collaborazioni tra compagnie. Oltre alla presenza periodica dei grandi del Teatro Italiano, Casa La Rizza era meta fissa delle figure attoriali locali di allora, come Aldo Spitaleri, Bibi Bruschi, Renzo Monteforte, Pippo Lampo, Giuseppe Guarraci, Franco Cacciatore, Armando Carruba, Giovanni Capodicasa, Andrea Enrico D’Alpa, Turi Xibilia, Mimmo Rinaldo, Pietro Mensa, Mario Pistorio e tantissimi altri. Dal Luglio del 1961 in poi, indirizzato da tale Tito Correnti, Casa La Rizza fu assiduamente frequentata anche da un giovane aspirante attore appena tredicenne: Cesare Politi, futuro regista e mecenate del teatro siracusano. A metà degli anni ’60, grazie all’interessamento di un altro amante del teatro, tale Capodicasa, la Compagnia Dialettale di Pippo Lampo ottenne un proprio spazio artistico nei locali del Vecchio Tribunale di via Gargallo in Ortigia. A realizzare la base dell’allora struttura teatrale all’interno della sala principale, fu incaricato l’attore e Folk Singer Virginio Puzzo. Nell’autunno del 1969, la concessione in comodato d’uso del Vecchio Tribunale passò di mano e divenne sede del Teatro d’Arte diretto da Renzo Monteforte. In questa unica sede teatrale siracusana del momento, riadattata e ristrutturata, la prima stagione del Teatro d’Arte vide in scena, per le regie di Monteforte: “La Regina e gli insorti “ di Ugo Betti (con: Aldo Spitaleri, Bibi Bruschi, Mirella Parisini e Cesare Politi) e “Il Re muore” di E. Jonesco ( con: Aldo Spitaleri, Bibi Bruschi, Cesare Politi, Mary Accolla e Nino Fazzina ).
Nel 1970, sempre in via Gargallo, in un’ex Balera degli anni ‘60, “La Nottola”, fece capolino un’altra sede teatrale: quella del “Teatro di Sicilia” diretto da Aldo Formosa. Nel 1971, in questa nuova sede e per la regia di A. Formosa, andarono in scena: “Assassinio nella cattedrale” di T. Eliot, con Pippo Bianca in veste di protagonista e “A Oriente del Sole” di Aldo Formosa, interpretato da Michele Abruzzo. Entrambe le messe in scena videro, tra gli altri, la partecipazione del giovane attore Cesare Politi. Nell’autunno del 1971, coadiuvato da un gruppo di neo attori siracusani, Cesare Politi fonda il “Centro Artistico di Sperimentazione Teatrale e Cinematografica – Teatro Giovane” ( successivamente, con nuovo statuto, dal 1980 la compagnia si chiamerà: TeatroG ) e debutta anche come regista con uno spettacolo da egli scritto: “Oplà, ecco il mondo: quinto non ammazzare”. Con questa proposta artistica, Cesare Politi aprì a Siracusa una nuova pagina: il “Teatro d’Avanguardia”.
Nel 1972, in un vecchio dammuso del Palazzo Pisacane di via Delle Maestranze (Ortigia), Politi realizzava la prima sede underground del “TeatroG”. In questa nuova struttura teatrale e per la regia dello stesso Politi , suscitando non poco scalpore artistico e interesse critico, furono messi in scena: “Escuriale” di M. De Ghelderode (Interpreti Cesare Politi, Pino Liistro, Salvo Leggio, Ignazio Giunta); “Proibito” e “Ritratto di Madonna” da “I Blues, di Tennesse Williams (interpreti, la giovanissima Maria Teresa D’Andrea, Pino Liistro, Cesare Politi, Salvo Leggio); “L’Altro figlio” di L. Pirandello. Non mancarono le realizzazioni di spettacoli divertenti per il Teatro in Piazza, come : “L’uomo nudo e l’uomo in frack” di Dario Fo e la parodia in vernacolo scritta da Politi: “Mafia, amore e così sia”, tratta dal “ Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare. Nel 1974, in via Scinà (Ortigia), Cesare Politi realizzava la seconda sede storica del TeatroG. Qui, tra le attività letterarie e culturali collaterali al teatro, Politi, spronato dall’amico giornalista Dino Cartia, diede vita a un primo Laboratorio Teatrale Sperimentale. Nel contempo, con la sua regia, andarono in scena: “ La Cantatrice Calva “ di E. Jonesco ( Int.: Titty Failla, Cesare Politi, Michele Nocita, Salvo Leggio ); “ La scuola dei buffoni” di M. De Ghelderode ( Int.: Mario Pistorio, Cesare Politi, Michele Nocita, Liddo Schiavo, Salvo Giuga, Ettore Politi, Salvo Leggio); “Orfeo” di J. Cocteau (Int.: Giuseppe Guarraci, Titty Failla, Cesare Politi, Liddo Schiavo); “L’Anitra bianca” di Sandro Bajini (Int.: Titty Failla, Cesare Politi, Anna Oliva, Salvo Leggio, Liddo Schiavo, Mario Pistorio ); “Il Cortile degli Aragonesi” di I. Buttitta (int.: Titty Failla, Cesare Politi, Agostino La Fata, Lucia Pennuto, Oreste Magrì, Damiano Gagliani ). (1 – continua)
Centro Artistico di Sperimentazione
Teatrale e Cinematografica
TeatroG di Siracusa