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DOMENICA SI VOTA PER IL RINNOVO DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI DI SICILIA. DI PARENTI: SOSTENGO I COLLEGHI DI “FARE ORDINE, GIORNALISMO È LIBERTÀ”

Rep:
Nelle prossime due domeniche, primo turno e ballottaggio, i giornalisti si recheranno alle urne per eleggere i rappresentanti agli Ordini regionale e nazionale (all’Hotel Excelsior, piazza Giovanni Verga 39, potrà votare chi risiede nelle province di Caltanissetta, Catania, Enna, Ragusa e Siracusa). Io ho deciso di sostenere i candidati che si riconoscono nella proposta di “Fare Ordine, giornalismo è libertà”. Vi chiedo di fare lo stesso e vi elenco 5 ragioni sulle quali riflettere.
E’ necessario proseguire nell’opera di rinnovamento avviata in questi anni. Le decisioni dell’Ordine vengono accolte spesso con una certa distrazione, ma alcune sono importanti per la tenuta della nostra categoria e le prospettive occupazionali degli iscritti. Imponendo una decisa inversione di tendenza rispetto al passato, il Consiglio uscente ha messo un freno alle iscrizioni (circa 500 in meno), sottoposte adesso a un vaglio più rigoroso, e ha aumentato il numero delle cancellazioni (ne sono state effettuate circa 700). Nessuna voglia di ghigliottina, solo il desiderio di avere elenchi con giornalisti realmente impegnati nella professione e non semplici “titolari di un tesserino”. Peccato che questo riordino degli elenchi – necessario se si vuole un mercato del lavoro meno inflazionato, causa prima del crollo delle retribuzioni – trovi un ostacolo nella commissione ricorsi dell’Ordine nazionale pronta a smontare il lavoro fatto in alcune regioni (come la Sicilia) che si limitano ad applicare correttamente la legge. Un dato su tutti: in Italia si calcolano circa 50 mila giornalisti privi di una posizione Inpgi. Chi sono? Che mestiere svolgono? Quanto lavoro tolgono ai colleghi in regola e che vogliono solo essere trattati da giornalisti? Qual è il loro peso elettorale e chi li utilizza come massa di manovra?
Tutti i candidati di “Fare Ordine, giornalismo è libertà” al consiglio regionale, professionisti e pubblicisti, sono in attività e, dunque, vivono sulla loro pelle i problemi complessi di un mestiere in continua evoluzione. Eleggerli significa avere un Consiglio realmente rappresentativo della professione e, dunque, sensibile alle istanze dei giornalisti. Non è un caso che in questi anni si sia registrato il massimo della collaborazione e del dialogo tra Ordine e Assostampa e che su questioni delicate, in cui le violazioni di legge e contrattuali hanno determinato l’esercizio errato o distorto della professione, le battaglie siano state condotte assieme.
Tutti i candidati di “Fare Ordine, giornalismo è libertà” non ricoprono incarichi in altri istituti della categoria. Nessuno specialista in ricerca di poltrone, alcune della quali lautamente retribuite.
I consiglieri uscenti e ricandidati non hanno mai fatto mancare il loro sostegno ai colleghi in difficoltà. Non si contano le prese di posizione pubbliche a favore dei giornalisti minacciati e contro i tentativi di violazione del diritto di cronaca e del diritto/dovere di informazione. Numerose, spesso assieme all’Assostampa, le costituzioni di parte civile nei processi e le denunce per esercizio abusivo della professione (come nel caso Crocetta/ufficio stampa della Regione).
Il Consiglio regionale uscente ha razionalizzato le spese e ha tagliato i rimborsi mettendo fine ad alcuni eccessi di un passato che vedeva protagonisti alcune candidati di oggi in altri schieramenti.
Francesco Di Parenti