ELENA CALIGIORE: RINVIATI A GIUDIZIO PER MALTRATTAMENTO DI RANDAGI
Il 19 Dicembre 2017 si è tenuta presso il Tribunale di Catania l’udienza a porte chiuse per decidere il rinvio a giudizio dei responsabili relativamente al caso dei due Canili dell’Associazione ‘Nova Entra’ di Catania, le due strutture di San Giovanni Galermo e Adrano che in convenzione ospitano i randagi del Comune di Catania e di diversi Comuni della provincia etnea. In attesa di formali comunicati, si è avuta notizia che l’udienza si è conclusa con un rinvio a giudizio. Sintetizzare la vicenda non è facile e mi scuso qualora vi fosse qualche imprecisione. Cercherò di dare qui alcune prime informazioni impegnandomi a seguire questa vicenda ed informare in maniera più completa successivamente. La vicenda ha avuto inizio a seguito di un esposto anonimo e di denunce presentate da associazioni animaliste che segnalavano l’impossibilità di entrare all’interno delle strutture suddette per controllare lo stato di salute dei cani, come previsto e sancito nella Legge Quadro N. 281 del 1991 e dalla Legge Regionale N. 15 del 2000. Una denuncia è stata presentata anche da un’associazione animalista di Catania – “L’altra Zampa” – presieduta dalla dott.ssa Irene Rizza e grazie a quelle poche volontarie che con immense difficoltà avevano raccolto prove inconfutabili sullo stato di maltrattamento ed incuria riscontrato nei canili gestiti dall’Associazione ‘Nova Entra’, presieduta dal veterinario, dott. Mario Bongiorno. A seguito di numerosi interventi da parte del Commissariato di Nesima nel Luglio 2013, dai NAS e dal Ministero della Salute (il 16 e 17 Luglio 2014) venne disposto il sequestro preventivo delle suddette strutture su richiesta della Procura della Repubblica di Catania. Sequestro posto in essere il 24 Aprile 2014 dal GIP di Catania, Gaetana Bernabò Distefano. Appena un mese dopo, il 29 Maggio 2014 il Tribunale di Catania dispose invece il dissequestro e quindi vennero annullati i decreti di sequestro preventivo. A nulla quindi erano valsi la relazione di ben 5 Veterinari Ispettori del Ministero della Salute, la perizia disposta dalla Procura di Catania nel Luglio del 2014 ed i numerosi interventi dei NAS, della Polizia di Stato e del Ministero della Salute citati sopra. Il GIP Bernabò Distefano, a seguito delle richieste di archiviazione della Procura della Repubblica di Catania del 10 Dicembre 2014 e del 3 Marzo 2015 ed a seguito delle udienze di opposizione all’Archiviazione (16 Marzo 2016 e 23 Marzo 2016) – durante le quali il legale dell’Associazione “L’Altra Zampa”, dott.ssa Tania Cipolla ed il legale della LAV, misero in risalto le numerosissime illegalità presenti nelle strutture menzionate – non dispose l’archiviazione. Infatti, dopo un dettagliato elenco dei reati riscontrati, il GIP suddetto, dispose che il PM formulasse l’imputazione coatta nei confronti di sei dei soggetti indagati. Per tutti e sei indagati da parte del GIP venne ravvisato il reato di Associazione a delinquere e truffa aggravata. Per il Dott. Bongiorno sono stati ravvisati ed imputati reati quali ‘Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche’. Sempre per il Bongiorno ed il suo collaboratore dott. Antonio Seminara, sono stati ravvisati e quindi imputati anche i reati di abbandono e maltrattamento di animali. Le Associazioni interessate che si sono costituite Parte Civile, gli Organi di Polizia e gli Ispettori del Ministero, avevano infatti segnalato e documentato diverse illegalità. Tra le tante ne citiamo alcune: a fronte di un flusso continuo di denaro pubblico, veniva riscontrato un risparmio di spese e di risorse, quindi a danno dei cittadini e degli animali; un altissimo numero di mortalità di randagi (dal 6 febbraio al 16 Aprile 2014 muoiono oltre 100 cani. Relazione del Ministero della Salute); sovraffollamento, inidoneità urbanistica delle strutture al fine di essere adibite a canile; cani paurosi che si muovono in circolo, atteggiamento di forte paura e tremori intensi dei poveri cani; sporcizia e degrado (cibo misto ad escrementi); mancanza del registro dove devono essere iscritti i cani in entrata ed in uscita; mancati controlli da parte dei funzionari del Comune e dell’ASP; disincentivazione nelle adozioni, divieto reale a far entrare i volontari e tanto ancora. (Come da documentazione del Tribunale di Catania, Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari).
Elena Caligiore