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IVAN SCIMONELLI: MA LEI, DR. BRUGALETTA, HA MAI VISSUTO UN’ORA AL NOSTRO PRONTO SOCCORSO?

Rep:

Gentile Direttore Benanti, In riferimento al vostro articolo http://www.ifattisiracusa.it/…/commissario-brugaletta…/

 mi sento di esprimere la mia personale esperienza vissuta quattro mesi fa.

Sono arrivato con codice rosso al pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I di Siracusa con un caso di “mano semi-amputata”.
Il pronto soccorso dal punto di vista professionale ed umano posso affermare che funziona bene. Da subito ho trovato chirurghi, ortopedici, infermieri molto attenti e preparati. Tempestivamente hanno cercato di trovare la miglior soluzione per il mio caso trasferendomi successivamente al Cannizzaro di Catania. Purtroppo, analizzando la situazione, da un altro punto di vista, cioè quello logistico, tecnico, della comunicazione, dell’accoglienza, sala di attesa, tempi di attesa e sale per i pazienti degenti siamo prossimi allo zero. Al di là di quella grande “porta bianca” che separa da tutto il resto troviamo stanze piccole e con barelle “attaccate” l’una con l’altra, privacy trascurata e rispetto del dolore e del paziente inesistente.
Si badi bene che i medici poco o nulla possono fare per ovviare a tale situazione, se non nei limiti del possibile aiutando tutti nel minor tempo a disposizione.
La mancanza di personale adeguato alle richieste del pronto soccorso ed ai deficit di cui sopra sono imputabili ad una gestione disattenta e distaccata dalla realtà.
Sarebbe da capire se il nostro DG ha mai vissuto un’ora del nostro pronto soccorso.
Se fossi al posto del DG agirei da subito come “Bonus pater familias” e cioè con la “diligenza del buon padre di famiglia”. Non si possono disattendere priorità importanti per la vita e la salute delle persone procrastinando o facendo finta di non sentire e vedere. La situazione è grave e deve essere risolta subito, prendendosi le proprie responsabilità.
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Dott. Ivan Scimonelli