Così, giusto per non dimenticare. Ha scritto qualche giorno fa don Rosario Lo Bello: State screditando le battaglie ambientaliste. Vorrei tacere. Ma è un dovere morale intervenire. Riconosco che per tanti, le battaglie per il paesaggio, per i beni culturali, sono state solo un mezzo per arrivare al potere. Cavalcano l’associazionismo, fanno fuori nella associazioni tutti quelli che non sono aggregati ai partiti. Arrivano al potere. E qui tacciano: agli imprenditori di sinistra permettono gli scempi più impensabili. Poi fanno piroette e dicono: eh ma a me il potere non piace, io sono au-delà de l’au-delà. Sono un po’ l’eretico del mio partito. Poi invece, vigliaccamente tace.
Altri ottengono fondi e patrocini per loro associazioni. Anche loro tacciono. E la satira la fanno solo sui nemici del potere. Con tutte queste persone, senza spina dorsale, non condividerò nessuna battaglia ambientale. L’ambientalismo e la difesa del paesaggio e dei beni culturali non sono a intermittenza. L’associazionismo ambientalista tace, pronto a riprender foga se arriva un sindaco di destra. Ma l’ambientalismo vero non ha colori. E’ sempre critico nei confronti di chi offende i beni comuni.
Da Bufardeci a Italia, passando per Visentin e Garozzo, la città sta subendo un grave declino, ma voi tacete. Per inciso: sono stato io per primo ad aver giocato all’apprendista stregone. Ed ho creato un mostro avido di potere. Appena raggiunse la sua prima carica, dimenticò le battaglie ambientali, e iniziò convegni e giunte con cementificatori. Io immediatamente tagliai i rapporti.
Ma oggi la città è piena di questi soggetti.